COMUNICATO STAMPA
Secondo il filosofo Byung-Chul Han, l’inazione è un indugio, un'attesa, un fare qualcosa ma per il niente. Solo
distaccandosi dalla sopravvivenza dettata dalla produzione è possibile generare immagini e pensieri nuovi e di
conseguenza cultura. Il progetto curatoriale Inazioni, curato dal Collettivo Urano presso la AF Gallery, si sviluppa
a partire da questa intercapedine espressiva riconosciuta nei lavori di Alessia Abbenante, Chiara Niccoli, Rodolfo
Valentini, Giulia Casciaro, Tobia Corradin e Syria Roveto. Il percorso espositivo racconta sospensioni e distanze,
momenti in cui è necessario fermarsi e rimanere sospesi in attimi leggeri, tra un respiro e l'altro.
In Fluida (2025) veli di seta volteggiano in paesaggi notturni, illuminando brevi istanti di caos che sfuggono al
controllo dell’artista. L'obiettivo della macchina si fa così custode di attimi irripetibili e sempre diversi, che
testimoniano un tempo sospeso il cui ritmo è scandito dal vento. Chiara Niccoli, in Frammenti e trame (2024-25)
inchioda petali di rosa alle pareti, che chiedono di essere guardati nel loro processo di scomparsa. Le ombre che
accompagnano le fasi di essiccazione amplificano una tensione silenziosa che invita alla riflessione. In questo
lento disfacimento, la traccia della decomposizione si intreccia con la possibilità di un rinnovamento,
suggerendo un ciclo continuo in cui ciò che si consuma genera nuovi significati. Con Carovana (2025) e Collo di
cavallo (2025) Rodolfo Valentini ci trasporta in un immaginario di ricordi lontani, di distanze e visioni che
sembrano poter scomparire da un momento all’altro. Le pennellate guidano lo sguardo in uno spazio sospeso,
in un’intercapedine tra ciò che era e ciò che gli somiglia. Bacino (2025) inscena un momento leggero, di una
tenerezza inattiva, in cui il tratto stilizzato di Giulia Casciaro e i colori vivaci ne amplificano l’impatto emotivo.
Inoltre le grandi dimensioni della carta catturano lo sguardo ampliando il tempo della narrazione e
intensificando la tensione emozionale tra i due soggetti. Tobia Corradin crea invece un’atmosfera sospesa di
linee che si intrecciano e si cercano, in cui due musici si concentrano sui rispettivi flauti, mentre alle loro spalle
un peso sembra sul procinto di cadere e infrangere quel placido istante. Concerto da camera (2025) accoglie lo
sguardo con un silenzio che sembra dover finire da un momento all’altro, o per la melodia dei flauti, o per
l’incombere di quell’apparente gravosità sullo sfondo. Lavarsi (2025) di Syria Roveto racconta della necessità di
raccogliersi delicatamente in uno spazio, senza invaderlo, ma anzi accogliendo le varie possibilità espressive che
si nascondono nei suoi interstizi. Due burette di vetro idratano una serie di lenti a contatto che ormai hanno
perso la loro funzione primaria, e rimangono sospese sopra una struttura di terracotta, appena sospesa da
terra.
Inazioni. Solido intenso nulla si presenta come un paesaggio di attese, di pause e delicate epifanie, in cui lo
spettatore è chiamato non a decifrare ma a sostare. La verità – come l’opera – non si impone, ma si rivela a chi
accetta di rallentare, di ascoltare e di contemplare.