group show - MEMORIE PER DOPODOMANI

Luca Pancrazzi_Paesaggi minuti_2018_2021
Vincenzo_Cabiati_Rose collection_2023
Memorie per Dopodomani_Zuffi_Cabiati
Veduta parziale
Italo Zuffi_Esperienze all'estero_2016
De Lorenzo_Cirino_Pancrazzi_Zuffi
Daniela De Lorenzo_Una certa probabilità_2016
Mario Dellavedova_Ciapell sòtt che lè un biscott_2020
Manuela Cirino_Inclinare l'orizzonte_2023
Mario_Dellavedova_Ciapell_sòtt_che_l’è_un_biscòtt__2020__vetro_di_Murano,_rame,_biscotti_in_ceramica_dim._var.
Sergia Avveduti_Più mai_2022
Stefano Arienti_Emozioni_1989
Vincenzo_Cabiati_Rose collection_2023
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COMUNICATO STAMPA


Una generazione che ha sempre sfuggito manifesti - ma non si è mai negata a situazioni di collegialità e pratica condivisa -torna in questa mostra presso AF Gallery di Bologna (che da anni porta avanti una ricerca con uno spiccato interesse per questo blocco generazionale). 
La materia e il tema segnano una linea che unisce i lavori in mostra: un focus sulla ricerca in ceramica (avvicinata molto prima che diventasse mainstream) che passa attraverso costruzioni frammentate e parzialissime rappresentazioni di mondi. 
 
Guardando le opere in mostra sembra di guardare la terra tramite un cannocchiale, un dispositivo che permette solo visioni incomplete, squarci di realtà che trasformano la presa sul reale. Non paesaggi, ma porzioni di terra. Non corpi, ma frammenti e lacerti di carne. Una fede nel frammento, nella porzione, nella rinuncia alla totalità. Ecco allora che la ceramica, per via della sua estraneità alla Storia dell’Arte maggiore, diventa lo strumento ideale per dare voce ad una ricerca che è perenne contestazione del tutto, rinuncia alle posizioni dominanti. 
 
L’allestimento accompagnerà il senso di molte ricerche, rinunciando alla classica base o piedistallo per costruire un paesaggio su pareti. Una visione anche questa volta parziale e orizzontale che sfugge a storie verticali e canoni. Un modo per ridiscutere il concetto di centralità e gerarchia. 
 
Il titolo della mostra si richiama direttamente alla raccolta di Franco Fortini, Memorie per dopodomani, pubblicata nel 1984e contenente tre saggi che rappresentano i diversi momenti della ricerca dell’intellettuale, dalla prosa capace di fondere arte e vita, passando per la narrazione della lotta politica, fino al ritorno nel privato della pagina. Le ricerche degli artisti in mostra si impongono sulla scena nazionale diversi anni dopo questo testo, eppure sembrano trasporre in maniera plasticale possibilità e gli sviluppi che Fortini affidava alla pagina. 
 
A misurare il senso e la continuità delle loro ricerche si è per questo scelto di non presentare una mostra di “memorie” della loro produzione storica, ma di esporre le ultime ricerche di questa generazione, in una speranza di dopodomani. 
 
[EN] 
 
A generation that has always eluded manifestos - but has never denied itself in situations of collegiality and shared practice - returns to this exhibition at the AF Gallery in Bologna (which has been carrying out research for years with a marked interest in this generational block). 
 
The material and the theme mark a line that unites the works on display: a focus on research in ceramics (approached long before it became mainstream) which passes through fragmented constructions and very partial representations of worlds. 
 
Looking at the works on display it seems like looking at the earth through a telescope, a device that allows only incomplete visions, glimpses of reality that transform one's grip on reality. Not landscapes, but portions of land. Not bodies, but fragments and scraps of flesh. A faith in the fragment, in the portion, in the renunciation of the whole. Here then is that ceramics, due to its extraneousness to the history of major art, becomes the ideal tool to give voice to a research that is a perennial contestation of everything, a renunciation of dominant positions. 
 
The installation will accompany the sense of many researches, giving up the classic base or pedestal to build a landscape on the walls. Once again a partial and horizontal vision that escapes vertical stories and canons. A way to re-discuss the concept of centrality and hierarchy. 
 
The title of the exhibition refers directly to the collection of Franco Fortini, Memorie per dopodomani, published in 1984 and containing three essays that represent the different moments of the intellectual's research, from prose capable of merging art and life, passing through the narration of the political struggle , until you return to the private page. The research of the artists in the exhibition impose itself on the national scene several years after this text, yet they seem to transpose in a plastic way the possibilities and developments that Fortini entrusted to the page. 
 
To measure the meaning and continuity of their research, it was therefore chosen not to present an exhibition of "memories" of their historical production, but to exhibit the latest research of this generation, in the hope of the day after tomorrow.