Sandro Mele - Spunti per l'avvenire dal presente

Foto 1 Installazione di 25 disegni su carta cm 70x100
Foto 2 Italians no longer have work 2015
Foto 3 Olivetti 2013
Foto 4 Palloni 2007
Foto 5 ti avevo avvertito (video_2014) - Palloni 2007
Foto 6
Foto 7 Veduta della mostra Spunti per l'avvenire
Foto 8 Veduta della mostra Spunti per l'avvenire
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COMUNICATO STAMPA

Mi è capitato già di scriverlo, ma non posso fare altro che continuare a riaffermarlo: se c’è qualcosa che oggi è in grado di sorprendermi, essa è senz’altro la realtà. Per quanto ciò che ci circonda, ciò in cui siamo, sia conseguenza del nostro stesso agire, il suo sorprenderci è senza dubbio il risultato di una separatezza illusoria tra noi stessi e appunto la realtà. Una schizofrenia latente e nella maggioranza dei casi risolta dalla continua necessità di operare in essa, tanto da garantirci la sopravvivenza. Alla domanda perché l’arte oggi abbia nella politica il suo senso decisivo, la sua necessità, rispondo che entrambe, la politica e l’arte, hanno evidentemente una fondante relazione con la realtà. Entrambe hanno la capacità e la possibilità di modificarla, inducendoci a un suo ripensamento che comporta l’inevitabile cambiamento del nostro stesso stare e agire al suo interno.
Il loro fatale convergere è dunque determinato dal comune destino delle conseguenze del loro fare. E per quanto la relazione ci appaia unilaterale, dell’arte verso la politica, gli effetti che quest’ultima reca in se, in conseguenza alle elaborazioni della prima, sono per quanto invisibili nel presente profondi e decisivi per la formulazione del suo stesso futuro, che è il nostro.
Spunti per l’avvenire è una mostra che raccoglie una serie di opere realizzate da Sandro Mele nel corso degli ultimi due anni, stando ben dentro i fatti che hanno dato forma alla propria realtà individuale e a quella collettiva. La loro coincidenza non è così scontata come potrebbe apparire, ma lo è solo in conseguenza della consapevolezza del legame che ci unisce tutti nello spazio e nel tempo, una questione che ancora una volta appartiene tanto all’arte che alla politica. Non a caso, dunque, la mostra ha inizio dal video Ti avevo avvertito, ambientato nel quartiere “senza nome” di Lecce dove Sandro ha trascorso la sua infanzia nell’attesa dei ritorni e delle ripartenze del padre emigrato al nord. Il racconto di quest’assenza avviene attraverso le parole dei suoi famigliari, e i loro stati d’animo trovano corrispondenza con gli spazi desolatamente vuoti del rione popolare della bianca città del sud. L’intimità della storia della propria famiglia diventa fatto pubblico, politico, assumendo l’emblematicità di una condizione di molte famiglie del sud e naturalmente del più generale stato della migrazione, della solitudine e dello smarrimento che induce. Il video introduce ad un dispiegamento d’immagini e di linguaggi ampio e complesso, che rendono la mostra esemplificativa delle attuali necessità e possibilità espressive dell’arte. Sandro Mele lascia che il senso delle immagini trovino di volta in volta forma nel disegno-pittura, nella scultura-installazione e nella fotografia, ottenendo una coerenza narrativa e concettuale felicemente intrinseca. Una metodologia tipica del suo lavoro già dimostrata nei cicli precedenti come Lucha del 2006/2010, sulla storia degli operai argentini della fabbrica di ceramiche autogestita ex Zanon di Neuquén in Patagonia, e quello dedicato alla gestione Sergio Marchionne della Fiat, eloquentemente intitolato American Brothers del 2013. In entrambi le storie non erano solo raccontate ma propriamente partecipate, vissute, restituite come esperienza condivisa attraverso video, documentazioni, fotografie, installazioni oggettuali e pitture sporche, precarie, rabbiose, un distillato degli umori percepiti tra le persone e le collettività in lotta, che diventano definitivamente propri.
Spunti per l’avvenire cita il titolo di un testo di Antonio Gramsci dell'11 febbraio del 1917, pubblicato inizialmente con il titolo "Margini" nel numero unico "La città futura", e che recentemente è stato pubblicato da Chiare Lettere nella raccolta "Odio gli indifferenti" proprio con il titolo "Spunti per l'avvenire (Margini)". Il testo è una raccolta d’idee, di spunti appunto, ed è attraversato dalle inquietudini e dalle urgenze che l’imminente fine del primo conflitto stavano determinando.
Stati d’animo non molto dissimili da quelli che attraversano questa mostra che lo prende a prestito, che assume le forme di un viaggio nell’Italia di oggi e che utilizza la memoria come dichiarazione di assenza nel presente, mostrando come l’avvenire, il futuro, non potrà che portare i segni delle contraddizioni e delle perdite che rendono la nostra attualità paurosamente precaria.

Raffaele Gavarro

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