R. Boero - G. Dessì - M. Neri - P. Pusole - Beyond

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COMUNICATO STAMPA

La pittura rimane il centro di tutta l’arte contemporanea, il paradigma con cui fare sempre i conti anche nella deriva dei linguaggi, nel superamento degli stessi in chiave di ricerca di nuove intersezioni tra la tecnica e il valore concettuale. “Beyond”, vuole essere una sintetica indagine generazionale, attorno a degli artisti che hanno sempre avuto presente la pittura, la sua storia e il suo immaginario, per costruire un proprio linguaggio personale.
Non è necessario dipingere per essere pittori. Bisogna far emergere il sostrato culturale che la storia della arte si trascina dietro, puntare all’analisi non solo di una pratica ma di un’idea di confrontare l’arte con i materiali e la vita. Gli artisti scelti per la mostra operano con modalità personali e originali, a mantenere in vita il concetto di una qualità della pittura come ultimo frammento tra il nulla e la rappresentazione, l’ultima traccia di un rapporto tra artista e pubblico che ne isola i fondamenti ma ne esalta la permanenza. E’ proprio questa capacità insopprimibile della pittura di essere sempre paradigma di novità e di ricerca, che scandisce il senso di questo “oltre” che investe direttamente la contemporaneità.
Un artista come Renata Boero ha sviluppato negli anni settanta la capacità di guardare alla pittura dal di dentro, trovando nuova energia nei materiali organici, nella decomposizione e nella crescita di sostanze viventi. Il colore diventa quindi un processo, nulla di preordinato o di legato al mondo industriale. Il colore viene spontaneamente dalla natura, l’ artista ne governa il processo e la resa finale. Anche Gianni Dessì ha saputo ampliare gli orizzonti del dipingere non soltanto caratterizzando concettualmente i suoi lavori, ma superando i linguaggi attraverso una riflessione sui fondamenti del dipingere e dell’idea di “quadro”. In una serie di grandi carte che sta realizzando e che chiama “sculture d’acqua” , mescola l’acqua con il colore producendo immagini “volutamente” casuali, mentre la carta cinese assume forme e spessori plastici. Marco Neri non solo negli anni novanta ha aperto un percorso personale di riflessione sulla pittura lavorando sui “generi”, ma ha realizzato una serie di opere sul tema di astrato/figurativo, altro cardine oppositivo della storia dell’arte. Non solo le sue opere sono la testimonianza di un pensiero nuovo sulla pratica del dipingere, ma Neri usa anche dei materiali anomali, come strisce di carta e scotch, per ribadire il paradigma del pittorico anche senza l’uso del pennello come da tradizione. Un giovanissimo come Paolo Bini riecheggia un astrattismo alla Richter, tutto gestualità e colore, ma lo fa predisponendo la pittura su carta gommata e poi assemblandola sulla tela. Un’operazione doppia, che rivela anche un elemento come la modularità, che ha caratterizzato fortemente l‘arte degli ultimi 50 anni. Una poetica legata al colore e alla ricerca di nuance sempre nuove. Quattro generazioni di artisti, di “pittori” a confronto sull’idea del dipingere, sul valore di un’essenzialità estetica che sfida continuamente la tecnologia e le tendenza a smaterializzare il gesto artistico.

[Testo di Valerio Dehò]

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